Perché l'essere umano è tendenzialmente repressivo?

Perchè risulta sempre molto più facile proibire, vietare, inibire, soffocare, denigrare, invece di disporsi ad un tollerante e democratico confronto?

Qual è la minaccia insita nell'essere liberali?

E qual è il vantaggio insito nell'imporsi?

Update:

Mi spiace per i pollici in giù, ma questa volta hanno una loro funzione.....essendo stati distribuiti a tappeto, sono una conferma al tema della domanda..... tendenza alla repressione cieca.

Grazie per l'esempio dimostrativo.

Comments

  • la differenza sta nello sforzo intellettivo che si compie per l'uno o l'altra azione;

    proibire, vietare, inibire, soffocare, denigrare sono azioni che partono da una serie di comandamenti scolpiti nella pietra, semplici, immutevoli, limitati nel numero: tutto quello che a essi non corrisponde è bollato come ERRORE.

    al contrario, confrontare, tollerare, capire, immedesimarsi, accettare sono tutte azioni che mettono in dubbio le certezze granitiche offerte dal mondo della semplificazione; richiedono fatica, richiedono continuo ragionamento e minano costantemente le proprie certezze, gettano ombre e dubbi su se stessi e sul proprio ambiente vitale, sono, in definitiva, scomode.

    partendo da pochi semplici principi, ci si può illudere di avere il monopolio del giusto e dello sbagliato: il proprio sistema operativo non si aggiorna mai e il processore fa il minimo sforzo possibile;

    partendo dal presupposto che i principi non sono altro che punti di vista, si moltiplicano le possibilità di analisi del giusto e dello sbagliato si upgrada il sistema operativo in continuazione mettendo sotto pressione il processore, ma si ottengono anche risultati di gran lunga più soddisfacenti......,

  • secondo me ci vuole molto coraggio e molta forza interiore per essere democratici e liberali.....per essere dittatoriali ci vuole ben poco.....molto spesso essere liberale significa ascoltare gli altri....altre volte bisogna saper portare il proprio apporto e criticare ciò che troviamo ingiusto e naturalmente sempre con rispetto e con quei giusti atti di provocazione che servono a far vedere magari il problema sotto una diversa angolazione.....significa secondo me notare con onestà intellettuale il mondo per quello che è (con i suoi alti e con i suoi bassi).....purtroppo nel nostro modo di vedere le cose, ci scontriamo alle volte con le nostre fissazioni, con le nostre perversioni, con la nostra sessualità...con la nostra esperienza...e quindi dubito profondamente che si possa essere liberarali al 100% (anche la troppa libertà come la troppa dittatura può far male)...già un buon 50% è un grande risultato....cmq a parte questo lato così liberale che ho forse in dosi non eccessive credo che alle volte ci siano anche delle situazioni in cui è il caso di imporre la propria voce in modo da essere ascoltati...eh mi dispiace ma bisogna aggredire la situazione con armi alle volte diverse.....

    svantaggi nell'essere liberali:

    credo che troppa libertà voglia dire discostarsi troppo dalle regole e le regole sono la base di una società ordinata.....quindi si creerebbe anarchia

    vantaggi dell'imporsi:

    si può decidere ciò che fare....io direi che può andare bene per se stessi ma decidere per gli altri è un compito che sta fuori dalla mia portata.....credo che nn farsi schiacciare da chi ci ostacola sia un benee che certe volte imporsi perchè si crede in se stessi è lecito naturalmente il tutto con le dovute proporzioni

    a questo punto però sorge una domanda: qual è il confine tra imporsi per le proprie capacità e essere liberali con gli altri? dove inizia la mia libertà? dove inizia la tua? dove si incontrano?....nn credo che siano domande con una risposta altrettanto facile.....la libertà si apprezza di più quando se ne ha poca...

    ciao!!!!

  • Crescere in ambiente libero e liberal ... è una fortuna per pochi.

    Le 'gabbie' che indicano i modelli-pensiero da seguire offrono ANCHE sicurezza agli 'imprigionati' e, a fronte dell'inevitabile frustrazione consentono, se non addirittura incitano, a dare contro a coloro che non sono ingabbiati.

    Una sorta di 'pogrom liberatorio' che, convogliando l'attenzione sul diverso, la distoglie dai problemi veri, scarica le persone dalla responsabilità della scelta e dona momenti liberatori dalla frustrazione attraverso la 'gestione dei divieti a cascata' .... proprio come recita la Legge di Murphy (ci sarà sempre qualcuno piu' piccolo, piu' in basso, su cui rifarsi ....)

  • Mah... io l'ho notato molto con le amiche in campo sentimentale.

    non fare questo,

    non fare quello,

    se ti chiama non rispondere,

    non starai mica pensando a lui?, (nooooo)

    non starai mica pensando di rivederlo?, (noooooo)

    come mai ti ha chiamata?

    ma tu lo sai lui cosa vuole da te?

    ma come fai a frequentarlo?

    ma non pensi che sia il caso di chiudere?

    ci hai fatto qualcosa? cosa? quanto-dove-come-perchè?

    i repressori sono stati repressi a loro volta, sono insoddisfatti e si sentono perdere il terreno sotto ai piedi se qualcun altro riesce in quello che è stato loro negato.

    Per me la spiegazione è questa, e vale per gli amici, per i genitori, e per gli insegnanti (le tre categorie di repressori con cui ho avuto più a che fare).

    C'è veramente solo un 1% di interesse, di voglia che una persona non soffra, di consiglio disinteressato, di consiglio sensato, di "vai vivi e divertiti".

    Al 99% è tutta frustrazione pregressa.

  • Darò una risposta parziale, che si rapporta alla sola mia esperienza sull'argomento.

    Concedemi una piccola premessa storica. Verso la fine del XIX° secolo alcuni sociologi dell'epoca o più probabilmente dei socialisti, come L. Blanc, avevano fatto l'esperimento della comunità più liberista che si potesse immaginare, quindi senza imposizioni di sorta. Ognuno era libero di scegliersi il mestiere di proprio gradimento, l'importante era che desse il suo contributo alla comunità. L'esperimento ebbe una durata significativa, almeno un mese credo, senza il controllo diretto di chi l'aveva organizzato. Per non portarti troppo alla lunga, ad esperimento ultimato, ci si rese conto che tutti i comunitari avevano scelto di fare gli allevatori di galline.

    Ora spostiamo questa osservazione ai tempi nostri. Potendo, la maggior parte dei nostri contemporanei non lavorerebbe mai più del necessario se il lavoro non fosse imposto dall'alto con cartellino e tutti i ricatti e le regole repressive che conosciamo. Gli alunni non prenderebbero mai l'iniziativa di studiare se l'insegnante non lo imponesse. I nostri figli starebbero sempre per strada senza il nostro attento e severo controllo.

    D'accordo con chi afferma che essendo la nostra società piramidale ma essenzialmente basata sullo schema tribale e l'istinto di primeggiare schiacciando l'altro per salire sempre più verso l'alto. Mi sembra tuttavia che sia comunque necessario ricorrere al comando per organizzare un minimo di società in grado di sostenere tutti. Purtroppo siamo fondamentalmente egoisti, nel senso che la nostra visione si limita troppo spesso alle nostre immediate necessità: mangiare, bere, amare, divertirci, senza pensare che la nostra esistenza dipende anche dal contributo di tutti e quindi anche dal nostro. Per cui facciamo quanto è necessario per soddisfarle ma niente di più.

  • Non lo so; forse è una manifestazione di arroganza, forse è una patologia.

    So che io questo atteggiamento repressivo, soffocante, di perenne svalutazione l'ho subìto molto a lungo da mio padre in particolare e da tutta la "famiglia" in generale, e mi ha fatto scoppiare il cervello ed il cuore.

    Può essere anche per questo motivo che io ho una certa tendenza all'eccessiva tolleranza, al perdono facile.

    Detesto reprimere le persone, gli animali, le piante, qualsiasi vivente, e perfino le cose (apparentemente...) inanimate tipo i libri.

    Me ne sbatto altamente di qualsivoglia forma di "potere".

    A me interessa solo la libertà.

    Dici bene: repressione cieca. Cieca!

  • è già difficile confrontarsi tra sé e sé cara Yeeesha, ....

  • se ti riferisci ai politici è spiegato tutto, perché lo fanno per difesa, non vogliono avere intermediari ne oppositori alle loro strumentalizzazioni. In senso ampio invece credo che esista ancora una forma irrazionale atavica di vincolo su tutto ciò che si propone per migliorare le cose. La verità è che la nostra società è molto conservatrice e non vede di buon occhio innovazioni di nessun tipo, preferisce manifestare il proprio potere controllando le menti umane come tanti alienati e condannandoli alla mediocrità generale standardizzata. Bella domanda, ti metto una stellina, ciao.

  • Se scavi bene a fondo, psicologicamente parlando, è un modo per comandare. Lo fanno tutti gli animali sociali (leoni, tigri, elefanti,iene,...), cercano di diventare capobranco. è insito nella natura animale.

  • Il vantaggio è di credere che andando per le spicce funzioni molto meglio che cercar di capire le altrui ragioni: minimo sforzo massimo risultato. Questo è il motivo per cui i pagliacci che si mettono a pontificare dai balconi il loro maschio decisionismo, le loro semplificazioni demenziali sono sempre tanto apprezzati. Poi c'è sempre a paura che a essere liberali gli altri immancabilmente se ne approfittino.

    Il minimo comune denominatore è comunque sempre ritenere l' altro contrapposto e non l' essente necessario senza il quale noi stessi non possiamo essere. Meglio aver cura dell' altro senza il quale noi non saremmo niente, a meno che non si intenda la contraddizione assoluta dell' esser niente (continuamente riproposta dall' illusione di essere tutto) la massima e irrinunciabile aspirazione dell' uomo con tutto il dolore che da sempre ne consegue.

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