Vado.... o.... Resto?
Se solo potessi fuggire!!
Per una vita me lo sono detto… chiesto sempre a me stesso; se spezzassi il tempo che mi circola intorno e come una voragine mi sta coinvolgendo nella sua rutina.
In realtà poi la memoria, ovvero la coscienza mi ricorda che più volte ho fuggito; ogni volta che ho cambiato, sconvolto e trasformato le mie ambizioni… e allora cos’è questa eterna voglia di fuggire che mai mi abbandona?! Abitudine? Difetto genetico? DNA? Carattere? L’ appartenenza ad una o l’ altra condizione sociale e culturale… Oppure confusione, e basta?!
Le tante amate stabilità e solidità spirituale sono indirizzi da raggiungere, figlie di una metamorfosi da compiere, oppure già presenti in noi e che bisognerebbe solo convincersi? Già, ma le convinzioni crollano, lo fanno per natura, e allora dov’è che si ferma questa cerniera?
Come fanno tante persone, non dico necessariamente le più navigate ma pure giovane, a vivere serenamente con poche convinzioni, stabilmente e sempre con un’ invidiabile sorriso sulle labbra?! E’ solo impressione mia? Sono solo bravi a nascondere i loro dubbi, magari gli stessi miei? Oppure c’è, esiste davvero una misura, un modo per trovare l’ equilibrio tra la voglia di andare e restare?
Update:@maral,,, daccordo, colpisci nel segno, ma spiegati un può; senza quel volere non si rischia di trasformarsi in una carota?
Update 3:Mi dispiace per Cassandra che è costretta di nuovo a digerire l’ italiano di questo arabaccio. Ringrazio amico @Maral fresco di un meritevole promozione a cui risparmio i10 punti ed insieme la sofferenza dei ulteriori vertigini – Idem @... rimpiango la poesia che certamente non mancherebbe alla sua penna.
Ringrazio @lalla e @lilla per le poetiche riflessioni che ci hanno regalato. @lalla la conosco ora, ma @lilla (la sorella?) la conosciamo da tempo, è una coreografa delle parole cui riesce a far danzare tra profondi pensieri, sempre sentiti, sempre con cura verso chi chiede,,, poeta e commediante “navigata” - come se lo fosse davvero - nonostante la “tenera” età…
E grazie naturalmente a tutti gli altri.
Comments
Ciao Duca delle Ciliegie.
Vedi, la società, da Galileo in poi, ha finito con l' ammalarsi di esigenza di controllo e di esigenza di potere sulle cose, in filosofia si chiama "matematizzazione della natura".
La nostra mente ha interiorizzato questo atteggiamento "matematizzante" come se fosse l'unico atteggiamento giusto possibile e tutto ciò che esula da questo tipo di atteggiamento è considerato o vissuto come problematico e sconveniente.
La verità è che l'essere umano non è matematico, non è fatto di regole fisse, queste sono solo una funzione di comodo.
L'essere umano è, al contrario, esistenza, ossia esigenza di cambiamento, trasformazione.
Dunque quello che ti succede è quasi ovvio, è il giusto richiamo della nostra natura, occorre solo reimparare a comprendere e ad accettare che l'instabilità è del tutto normale, del tutto umana e non va considerata come un limite ma come un'opportunità.
- Ah ah ah!!Complimenti vivissimi Duca, bisogna essere molto intelligenti per capire che a volte occorre saper diventare stupidi. ;-)
Tu vuoi l' impossibile Duca, vuoi quella fuga da te stesso che nello stesso tempo è costretto a voler di essere se stesso, sempre. E' in questa lacerazione che esplode il dolore e la frustrazione. Voler fuggire e voler permanere... forse il problema sta tutto in quel volere che non permette di lasciarsi vivere.
E allora se agli umani non è concesso non volere, di fatto non è concessa nemmeno alcuna felicità , perché ogni felicità si rivela prima o poi sempre e comunque infelice. Non ci resta dunque che dire beate le carote, consapevoli dell' irrealizzabilità della metamorfosi!
La consapevolezza dell' impossibilità della felicità è comunque già di per sé consolatoria.
ciao!!
tralasciando gli spaventosi errori di grammatica ....O.O
la domanda è molto interessante,mi pongo anche io questi interrogativi, credo che arrivati ad una certa età nell'adolescenza ma anche in età adulta, si voglia cambiare e cercare noi stessi,si cerca di trovare noi stessi in qualcosa di nuovo,forse perche siamo noi che cambiamo e la vita quotidiana ci soffoca e ci annoia.
l'equilibrio fra la voglia di vivere e restare lo si conquista nel tempo, scappando,ritornando,capendo quello che vogliamo.
E' solo una diga.
Quello che provi è solo una diga.
La nostra anima si sente bloccata come quell'acqua che sbattendo e risbattendo contro la diga non trova via d'uscita.
Può solo tornare indietro su se stessa o scivolare piano oltre la diga, lasciando dietro una parte di se.
Andiamo avanti, ma ci lasciamo alle spalle qualcosa. Rimaniamo, ma ci sentiamo troppo pieni per non essere una foce.
Una foce di pensieri? Forse dubbi, amarezze, rancori ed amori.
Ma come poter scegliere?
Come si può scegliere se trovare un nuovo orizzonte cancellando qualcosa o rimanere dove si è, senza dover rinunciare a nulla. Senza perdere niente, senza spezzarsi. Come si può?
Osserva il mare, com' è colmo, com' è pieno di se stesso e come riesce a far specchiare in se l' intero cielo.
Siamo noi che nonostante il nostro universo di debolezze, riusciamo a conquistare il nostro mondo.
Noi siamo qualcosa, ci siamo, viviamo, esistiamo.
Amiamo ed odiamo, lasciamo un ricordo, un sorriso, una parola.
Siamo un Ciao ed un Addio, siamo tutto ciò che vogliamo.
Ci muoviamo, respirando, siamo sempre noi e c'è sempre il nostro mondo che ci osserva, che ci scruta e che, come il cielo, ci segue in modo assoluto e parallelo.
Dove vuoi andare? Dove puoi andare?
E se anche tu rimanessi? Sarebbe davvero diverso?
Quell' onda che si sposta verso la riva è davvero diversa da quella che naviga lenta nel suo mare?
Ma se poi lei torna indietro ... una volta toccata la sabbia ... è di nuovo là in mezzo.
Allora forse hai bisogno di trovare la tua sabbia per poter tornare al tuo mare.
Cos'è per te? L'amore? L' ambizione? La realizzazione in qualcosa? Forse il rimpianto?
Vai, vai avanti verso la tua riva e se vuoi, fermati, durante il viaggio, rimani.
Ma sappi, che non potrai decidere di non tornare indietro.
Anche solo con quella piccola parte di te abbandonata, con quella goccia scivolata via oltre la diga.
Pirandello nel suo "uno, nessuno centomila" riesce a far trovare la pace al suo Moscarda rinunciando a tutte le sue ricchezze materiali perchè tutto per Lui era diventato insignificante e inutile; non gli bastava avere un nome, un nome soltanto era diventata una prigione;
Ascolta le campane lontane che segnano il lento e inesorabile passare delle vita, ma non più per lui che dimenticando chi è stato riesce a rinascere ogni volta come un uomo nuovo, ogni giorno rinasce e vive senza un ricordo!
Grande opera, e non dico niente di nuovo...io però quando l'ho finito di leggere ho detto....sti c@zzi!(hai ragione porca mignott@, sono troppo scurrile;)); un ricco ereditiero che finisce in un manicomio, è il modo migliore per viversi al vita!????Ma si sa, io "profondeggio" per soddisfare le mie debolezze carnali non la mia anima!
Alla fine anche i filosofi fanno i conti con la matematica, perché perseguire i propri bisogni è una necessità e questa non è un opinione,come lo è la matematica appunto,e in questo siamo tutti uguali, è il modo in cui ognuno di noi cerca di perseguirli però che ci differisce l'uno dall'altro!Lo stacanovista e il fancazzista sono agli antipodi ma entrambi perseguono lo stesso scopo, soddisfare il loro bisogno; anche se c'è un attimo, uno solo, piccolo quanto un alito di vento in una tempesta per alcuni, e immenso come l'oceano per altri, in cui entrambi si guardano indietro e guardano le proprie tracce,infondo sono le orme che seguono il passo, e si chiedono se "ne vale veramente la pena" aggrappandosi ai propri ricordi, ai quelli più insignificanti, a tutto quello che sono stati, per loro per gli altri e ancora per se stessi, in modo da trovare quella certezza che gli indichi che quella che stanno percorrendo sia la strada giusta!Quel conforto che tutti cerchiamo.
Di tutto il libro l'ultima pagina mi rimane scolpita nell'anima e di tanto in tanto la rileggo, perchè io ci ho trovato un messaggio per ME; e cioè che non bisogna dimenticare tutto, come io ho creduto immediatamente alla fine dalla lettura del libro, ma caro Duca, solo e soltanto bisognerebbe imparare a dimenticare il superfluo...;nella vita infondo ogni giorno è buono per ricominciare, partendo dal perdonare alla vita quel dubbio che il vivere ci ha regalato.
..ciao!mi ha colpito molto quello che hai scritto..stavo per esporti la mia teoria sul non pensiero, quando ho ritrovato una cosa che ho scritto secoli fa.sinceramente? non so se è il caso mandarti questa cosa..ma in un certo senso rappresenta quello che hai detto e spero possa esseri di aiuto:
"Mi trovo nuovamente qui: stessa scrivania, stessa stanza, i soliti tormenti interiori..una matita in mano. Questa la novità .Quanto tempo ormai sarà passato? 2 anni credo.. un paio d'anni in cui evito di prendere una matita in mano, che fuggo da me stessa, dalla mia anima ..da quella melodia malinconica che sembra accompagnare ogni passo, ogni parola, ogni sospiro, ogni minuto, ogni pensiero.Fare il giocoliere con le parole è stato sempre il mio personale modo di affrontare ogni cosa, mi rappresenta. Dicono che si scrive quando si è triste e depressi.. vuol dire dunque che ho passato due anni fantastici? privi di quella malinconia e tristessa di cui straparlo?Probabilmente "dicono" male. Ho sentito spesso dire, anche da me stessa, che non è fuggendo dal tu io, da ciò che sei, che sei stato e che sarai, che manderai via ogni ansia. "Diciamo" bene dunque.
Ieri sera parlando con un amico ho ammesso proprio questo..di fuggire da ciò che sono, di aver terribilmente paura di trovarmi sola con ciò che definiscono "anima", terrore di ascoltare a tutto "volume" quella melodia.Può sembrare banale. Non sono sicura se questo amico abbia capito cosa volessi dire, siamo così diversi..ma nessuno può capire!..è servito perchè "io" lo capissi ed eccomi qui a scrivere.
Oggi giornata in "solitaria".Oggi giornata di "ricordi". Oggi "ho messo via" questi due anni. Ho chiuso tutto in una scatola e l'ho buttata sopra l'armadio, nella piena consapevolezza di nn poter cancellare, perchè il passato è reale.. ma daltronde non me ne è data la facoltà .I pensieri, i ricordi, i disegni..tutti dentro questa scatola, non molto "pesante" devo dire.Forse avrei dovuto farlo qualche mese fa.
Mi viene in mente tutta l'incomprensione, l'egoismo, il dolore, il tradimento di fiducia, il silenzio in cui vagavano e vagano le mie grida, tutte le situazioni che mi hanno accompagnato.. è vita che mi brucia dentro l'anima e che mi colpisce ogni attimo con una tale violenza che non so spiegare; è ciò che mi fa capire la differenza..che amplifica dentro me "il sano gusto dello star bene..del ridere".
"FATEVI IL **** PER I VOSTRI SOGNI, PERCHE' LA VITA E' TUTTA QUI". Queste sono le parole su cui si muove quella melodia triste .. parole che rimbombano continuamente nella mia testa..parole di qualcuno per cui l'impresa più difficile era affrontare ogni singolo attimo di questa vita.. non capirò mai credo, non posso..parole che mi ricordano che c'è un MOTIVO..e e che questo mondo può essere all'altezza di tutte le nostre aspettativeni..no smetterò mai di credere..mai di avere fiducia..sono così..
Tesoro te sei molto confuso, scrivi a raffica senza neanche curarti di errori di battitura hai una gran confusione dentro di te!!!! che vuoi mollare tutto perché stufo? valuta i pro e i contro fatti un foglietto scrivi i pro scrivi i contro e valuti con calma ciao tesoro e tranquillizzati, un bacio ciao