Cultura di massa o appiattimento di massa?

E' inevitabile: stiamo andando verso una societa' dove differenze culturali, usi, costumi, sapori, profumi, che identificano le diverse origini e le diverse etnie, vanno sparendo, cancellate dalla cosiddetta globalizzazione. Intere culture, definite primitive o arretrate, stanno per essere definitivamente inghiottite dal turismo di massa, da internet, dalla produzione a basso costo, dal potersi spostare con facilita' da una parte all'altra del globo, portandoci dietro e diffondendo come un virus pregi e difetti di un mondo massificato. Sotto un bellissimo costume folkoristico, legato ad antiche e meravigliose culture e tradizioni, e' facile scoprire una anonima maglietta con un'orribile logo incollato a caldo di una qualche improbabile facolta' universitaria perfino addosso ad un bambino di uno sperduto villaggio africano o cinese. E' un bene o un male? E' davvero questo il progresso, o e' un regresso? Voi che ne pensate?

Update:

Altro dettaglio: non voglio parlare di immigrazione o di emigrazione, ma di cio' che rende bella e unica la diversita'. Il bambino africano o cinese, garantito il fatto che abbia da mangiare, non sarebbe piu' bello con addosso un costume legato alle sue origini e tradizione, magari tessuto su un vero telaio, anziche' con addosso la maglietta fatta con lo stampino e la colla a caldo?

Comments

  • La penso come te.

    Il nostro è il contrario di progresso.

    Il nostro è regresso.

    Se da una parte la globalizzazione ha portato

    alcuni vantaggi per la popolazione,

    dall'altra ci sta portando all'autodistruzione.

    Se ci pensi, gli uomini del passato

    erano molto migliori di noi

    Più spirituali,

    più legati a ciò che il mondo offriva

    meno distruttivi

    erano in pace e in armonia con gli animali e con la natura.

    Avevano tempo.

    Tempo per pensare,

    per guardare la luna, il cielo, le stelle...

    per capire se questo Dio esiste, e magari

    l'avevano anche capito cosa c'era dietro alla nostra esistenza

    Ora siamo sommersi da miliardi di cose

    che c'impediscono persino di vedere il cielo,

    una foresta incontaminata

    un fiore

    un lago

    il mare...

    Il progresso non è DISTRUGGERE la natura

    non è SOBBARCARE il mondo di fattori inquinatni

    di petrolio nel mare,

    di anidride carbonica nell'aria

    di fertilizzanti nel suolo...

    Ti dico un'ultima cosa.

    Noi per la società cosa siamo?

    Persone? mmm...trova un termine più preciso...

    Siamo CONSUMATORI.

    Esatto. Ci siamo ridotti ad essere questo.

    E i consumatori che fanno?

    Appunto, consumano, distruggono...

    Ci stiamo distruggendo....

    E c'è poco da fare...

    Stella per te

  • Stiamo andando sempre più inesorabilmente verso una cultura unica e un pensiero unico. Non credo vi sia nulla di più deprimente di questa progressiva omologazione a ciò che serve, di questa enorme perdita di ricchezza e tradizione. E' un fenomeno di profondo appiattimento e impoverimento. Purtroppo qualsiasi popolo venga a contatto con la potenza del pensiero unico occidentale si autodistrugge, ne viene corroso, resta un involucro vuoto, depredato di tutto. Non ci sono difese davanti a una maglietta, alla coca cola, alle scarpe da tennis di plastica ai vari armenicoli tecnici che servono soprattutto a farci sentire più soli, disperati, ottusi e tediati da tutto.

  • la globalizzazione porta indubbiamente dei vantaggi, ma a parer mio viene usata in modo negativo e sfruttata solo per il comodo dei più potenti...

    è come quando si fa un cattivo uso di un importante ed innovativa scoperta scentifica...

    purtroppo non tutto ciò che potrebbe essere positivo viene usato nel modo

    (probabilmente non si è capito una cippa lippa di quello che volevo dire.... ma ormai l'ho detto!)

  • si hai ragione Isgaroth, io trovo affascinante gli usi e costumi delle varie culture, visto che non ho la possibilità di viaggiare, quando guardo i documentari dove testimoniano ancora l'esistenza di culture sia "primitive" che sviluppate come può essere ad esempio la cultura giapponese, io rimango incantata nel vedere i loro costumi tradizionali, è come andare indietro nel tempo, quando vestirsi così era normale, di tutti i giorni, e ti da la sensazione di vivere in un altro mondo, remoto, che ormai sta o è già andato perduto.

    E' proprio un peccato, in tutti i suoi aspetti la cultura e i costumi di ogni popolo ci ricordano chi erano i nostri antenati, poichè andando avanti col tempo l'unica maniera x ricordarselo è tenere vive le memorie, ma ormai...... ormai perderemo x sempre anche questo immenso patrimonio sia materiale che verbale.

    Sono d'accordo per esempio che la lingua inglese, possa servire al mondo intero x capirsi meglio, ma allo stesso tempo non avrebbe dovuto soppiantare completamente le altre minoranze linguistiche... sempre x lo stesso discorso...

    che tristezza........ ciao.

  • Una volta passeggiando nei vicoletti della mia città, sentivo il profumo del pane appena sfornato, gli strilloni dei venditori uniti alle moine di un bambino e al brusio della gente, aveva un sapore particolarissimo, il loro calpestio sul selciato era come sentire il pulsare della gente, era viva ... oggi negli stessi vicoletti, sento passi leggeri, gente con occhi a mandorla che quando parlano non li capisco, tanti prodotti che vengono da chissà dove, tutti industriali e niente artigianato, gli odori e i sapori non mi appartengono, un brusio caotico e confusionario mi disorienta, non mi sono familiari e mi rimandano ad essenze straniere che contrastano con il "mio" antico vicoletto, non dico che non mi piacciono o non li rispetti ma semplicemente contrastano con i miei ricordi, ma la tristezza più assoluta la ricevo quando vado nei mega-super-iper centri commerciali, li ritengo l'emblema del consumismo sfrenato e fine a se stesso, si è dimenticato che fare la spesa poteva essere anche un piacere, il piacere di scambiare quattro chiacchiere col salumiere piuttosto che con il fruttivendolo, ascoltarne i consigli, ricordo una vecchia pescivendola che diceva a mia mamma come cucinare il pesce che lei consigliava di acquistare, un mondo ormai obsoleto che è destinato a sparire e a noi poveri sognatori rimangono i ricordi di quello che furono le nostre città, i nostri empori e botteghe; è senza dubbio un regresso, a mio parere, ma sono consapevole che è inevitabile e che la società questo vuole, sempre più prodotti a prezzi sempre più bassi, che tutti noi possiamo dimenticare i veri e originali sapori, è una cosa su cui si può sorvolare ma a me proprio non piace mangiare plastica e bere gas, risparmiando e omologandoci all'intero pianeta, uccidiamo la nostra antica cultura perchè quella era parte della nostra cultura e unica tipicità ... ciao e bella vita :-)

  • se la globalizzazione avesse come unico effetto collaterale l'appiattimento culturale, ma portasse ricchezza e benessere ovunque, eliminando la fame nel mondo e rendendo finalmente tutti gli esseri umani uguali e ugualmente importanti, allora è un prezzo che sarei ben disposta a pagare. un piccolo sacrificio per il bene mondiale non è poi così grave.

    ma nell'ottica puramente economica della cosa, perchè questa è la realtà, allora no. lo scopo primo della mondializzazione è di uniformare i gusti, le tradizioni, gli usi per poter vendere a tutto il pianeta le stesse identiche cose, i cui costi di produzione diminuiranno ancora di più, ovviamente. e il divario tra ricchi e poveri si scaverà ulteriormente.

    la globalizzazione potrebbe essere un'ottima cosa, se fatta a scopi nobili, ma sappiamo tutti che il bene comune non è la priorità numero uno...

  • C'è un appiattimento consumistico di massa.

  • Sono convinto che lo scambio culturale sia sempre costruttivo,

    Detto questo io sono italiano e fiero di esserlo, io ho avuto una figlia da una ragazza orientale e ti dico che non è sempre scambio, ma a volte si verifica lo scontro, non tutti gli stranieri vengono qui a fondere le loro culture con la nostra, anzi,...piu che altro vengono a esportare i loro modi di essere, da qui nascono i ghetti e le intolleranze...ci vorrebbe maggiore apertura mentale.

  • tra le culture che stanno scomparendo c'e' pure quella italica,

    non credo sia un male, se oggi vuoi fare qualcosa puoi farlo, ma è più facile lamentarsi con lo stomaco pieno, come fa l'intera nazione.

  • te pensa a come puoi migliorarti ed ignora la massa

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