Alessandro Baricco è nato nel 1958 a Torino, dove ha anche fondato la scuola di scrittura creativa Holden. Ha pubblicato due libri di argomento musicale, Il genio in fuga. Sul teatro musicale di Rossini (1988) e L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin (1993), e i romanzi Castelli di rabbia (1991), Oceano mare (1993) e City (1999); inoltre il monologo Novecento (1994), Barnum. Cronache dal Grande Show (1995) Barnum 2. Altre cronache dal Grande Show (1998) e il saggio Next: piccolo libro sulla globalizzazione e sul mondo che verrà (2002)
Comments
Urgentemente?! Perchè se non ti facciamo il riassunto muori?!
Invece di stare davanti al pc ad aspettare che qualcuno ti risponda perchè non apri il libro ed inizi a leggerlo? Ciao!
Ahahahahahahahahahahah uhuhuhuhuhuhuh...NO ciao
... Ahahahah
Commento PERSONALE significa che lo devi fare tu. Certo, bisognerebbe prima aver letto il libro...
Il libro è anche breve...non costerebbe troppa fatica leggerlo
http://it.answers.yahoo.com/question/index;_ylt=Ai...
Questo romanzo, ambientato nel 1860 circa, narra delle della vita di Hervé Joncour, commerciante francese di bachi da seta, che, a causa di un’epidemia che ha colpito i bachi da seta di tutti i paesi europei e africani, è costretto a recarsi in Giappone per comprarne le uova. In questo paese, per lui nuovo e surreale, è accolto alla corte di Hara Kei, un uomo enigmatico, che è sempre in compagnia di una giovane ragazza, “i suoi occhi – come descrive Baricco - non avevano un taglio orientale, il suo volto era il volto di una ragazzina”. Tra i due nasce un’intensa attrazione, costituita da una triste, segreta e imponente danza di sguardi. Nonostante il suo ritorno a casa, dove l’aspetta la moglie, Helen, non riesce a dimenticare quella ragazza che con il suo volto, il suo sguardo, e il mistero che in esso è avvolto, lo aveva stregato. Passa il tempo, e, dopo un anno, a rianimare la passione di Hervé, arriva una lettera, composta da poche parole, scritte dalla giovane, che lo sollecitano a ripartire per il Giappone. Compie altri viaggi, animati dalla speranza di incrociare, anche solo per un momento, lo sguardo profondo della ragazza. Nell’ultimo di questi trova un paese distrutto dalla guerra civile. Dopo molte peripezie riesce a trovare la carovana di Hara Kei, che sfugge alla distruzione. Egli lo incita a non far più ritorno. Così Hervé torna in Francia, dove lo attende la moglie gravemente malata, che muore qualche mese dopo. Solo allora Hervé si accorge che la cosa a cui veramente teneva di più, era sempre stata lì accanto a lui, ma, cieco era andato a inseguire una giovane, impalpabile come la seta, di cui non conosceva nemmeno il nome, con cui non aveva mai scambiato nemmeno una parola.
UNA GRAN BELLA STORIA D’AMORE, MA FORSE SENZ’ANIMA
Come può scrivere una storia d’amore un autore come Baricco, magari senza neanche impegnarsi troppo? Così. Scrive una sessantina di pagine, in modo da non stancare il lettore; cala la storia in un tempo romantico, l’Ottocento; da’ ai protagonisti nomi romantici, Hervé Joncour ed Hélène. Poi ambienta gli avvenimenti in un luogo romantico, a Lavilledieu, in una qualche regione della Francia meridionale, spruzzandovi anche un tocco di esotica magia, il Giappone. In questo modo riesce a imbastire una storia tenera, enigmatica, a tratti appassionata e dall’effetto, certamente, romantico.
In effetti non vale nemmeno la pena di raccontare la trama di Seta, perché non è questo ciò che conta in questo libro. Ciò che conta è la rappresentazione del dei destini dei protagonisti, della natura a tratti misteriosa a tratti beffarda dei loro desideri; ciò che conta è il racconto del mistero dei segreti di esistenze normali. Del resto proprio l’attenzione a questi enigmi sottili differenzia Seta da qualsiasi altro libricino d’amore, certo facendone qualcosa di più di un romanzo d’appendice. Ma non è solo questo. A nobilitare Seta ci pensano anche la fantasia e l’innegabile maestria con cui Baricco esercita il mestiere di narratore.
Tuttavia se questi elementi costituiscono la marcia in più del libro, forse rappresentano anche la sua pecca maggiore. A Baricco, che è un giocoliere delle parole, viene sin troppo facile raccontare storie, spesso belle storie. Gli viene facile identificare gli elementi capaci di costruire un bel racconto, mescolarli nel migliore dei modi e farne uscire fuori un libro che si presenti in maniera impeccabile, gli viene anche troppo facile. Ci si aspetta di più da un autore così capace, ci si aspetta almeno un po’ più di passione e di trasporto nei confronti dei propri personaggi. Meno freddezza, meno autocompiacimento verso la propria creazione e più slancio. Allora forse anche la storia narrata in Seta, oltre che bellissima, oltre che impeccabilmente raccontata, avrebbe potuto essere in qualche modo più “vera”, perché così non può aspirare all’immortalità degna dei grandi scrittori, perché così le manca l’anima.
Quattro mesi e tredici giorni dopo il suo ritorno, Baldabiou si sedette davanti a lui, sulla riva del lago, al limite occidentale del parco, e gli disse: “Tanto a qualcuno la dovrai raccontare, prima o poi, la verità .” Lo disse piano, con fatica, perché non credeva, mai, che la verità servisse a qualcosa.
Hervé Joncour alzò lo sguardo verso il parco. C’era autunno e luce falsa, tutt’intorno. (…) Baldabiou stette ad ascoltare, in silenzio, fino all’ultimo, fino al treno di Eberfeld. Non pensava nulla. Ascoltava. Gli fece male sentire, alla fine, Hervé Joncour dire piano: “Non ho mai sentito nemmeno la sua voce.” E dopo un po’: “E’ uno strano dolore.” Piano. “Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai.” Risalirono il parco camminando uno accanto all’altro. L’unica cosa che Baldaboiu disse fu: “Ma perché diavolo fa questo freddo porco?” Lo disse a un certo punto.
Alessandro Baricco è nato nel 1958 a Torino, dove ha anche fondato la scuola di scrittura creativa Holden. Ha pubblicato due libri di argomento musicale, Il genio in fuga. Sul teatro musicale di Rossini (1988) e L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin (1993), e i romanzi Castelli di rabbia (1991), Oceano mare (1993) e City (1999); inoltre il monologo Novecento (1994), Barnum. Cronache dal Grande Show (1995) Barnum 2. Altre cronache dal Grande Show (1998) e il saggio Next: piccolo libro sulla globalizzazione e sul mondo che verrà (2002)